Il voto utile

Il voto utile

Il mio auspicio per il voto di fiducia a Draghi è stato disatteso, ma come dice mia moglie se ci capisco di economia, di politica non ci ho mai azzeccato. Mi limito quindi a scrivere di regole e dinamiche, senza previsioni. Come in tutte le campagne elettorali partirà a breve il tormentone del "voto utile" con i vari inviti a non disperdere i consensi sui "partitini" e altri luoghi comuni a manetta.

Voto utile per cosa?

Si vota per eleggere un Parlamento composto di due camere con identiche competenze, ma con una composizione regionale per il Senato, e per circoscrizioni (subregionali) alla Camera.

Il Parlamento avrà il compito di conferire i poteri al prossimo governo con il voto di fiducia e poi di scrivere (poco) e approvare (molto) le Leggi.

La durata del Parlamento è di 5 anni.

La Legge elettorale è mista, con una quota "uninominale" di 148/400 seggi alla Camera e 72/200 al Senato. Chi arriva primo nel collegio vince il seggio, qualsiasi sia la percentuale di voti. La quota "uninominale" è corretta da una quota proporzionale di 244/400 seggi alla Camera ripartiti su base nazionale e 122/200 al Senato ripartiti su base regionale con criterio proporzionale ma con soglie di sbarramento del 3% per i partiti e del 10% per le coalizioni. Completano la conta 8 deputati e 4 senatori eletti all'estero.

Il voto "utile" assicura un solo risultato: che ci sia un numero iniziale di gruppi parlamentari piuttosto piccolo. Con la libertà di schieramento dei parlamentari questo non impedisce che il Parlamento si evolva parecchio nel corso della Legislatura. Per raggiungere una maggioranza iniziale è infatti necessario che il voto abbia un ordinamento omogeneo nei vari collegi.

Abbiamo una sola applicazione della Legge elettorale, nel 2018, e non si è raggiunta una maggioranza né alla Camera, né al Senato. Nota molto bene: l'unica maggioranza che conta per fare un governo è quella assoluta, ovvero 201/400 alla camera e 101/200 al Senato (+-senatori a vita). Il resto sono balle da talk show.

Alla Camera aveva conseguito il miglior risultato la coalizione FI-Lega-FDI con 265 seggi, ben lontani dai 316 necessari per arrivare alla maggioranza. Al senato era arrivata a 137/158 (senza contare i senatori a vita). Come noto la coalizione si era immediatamente sfasciata con la costituzione del Governo gialloverde tra Lega e M5S.

Stabilità del parlamento. nella XVIII Legislatura ci sono stati ben 201 passaggi di casacca alla Camera (su 630 deputati) e 84 (su 315) al Senato. Sono state create 3 maggioranze con diversa composizione.

Gli zoccoli duri, i sostenitori dichiarati e tutti gli altri

Ad ascoltare i sondaggi sembrerebbe che i giochi siano fatti: si ripropone la favola del bipolarismo (in senso psichiatrico), del consenso popolare per un governo stabile da una parte, dell'unione ad ampio spettro per scongiurare le destre al potere dall'altra.

Retorica da quattro soldi che si basa su due truffe da piazzista elettorale. La prima truffa è che il sistema sia bipolaristico: o di qua, o di la. Il sistema è fatto per premiare le maggioranze relative nei collegi. Niente e nulla può impedire che i poli risultanti siano 3 come nel 2018, o addirittura di più, e che quindi non si riesca ad avere un vincitore alle elezioni. Né che (come nel 2018 la Lega) un partito faccia la pernacchia alla coalizione di appartenenza e si accordi con altri partiti.

La seconda truffa è che siano conosciute le preferenze degli elettori. Partiamo dai dati medi (e dalla loro evoluzione). Io suggerisco di non correre dietro ai troppi sondaggi, ma di vedere cosa accade in un aggregatore di sondaggi come Europe elects.

Stando all'aggregatore, se il dato medio trovasse riscontro nei singoli collegi la destra dovrebbe fare man bassa di seggi con un 46% di consensi dichiarati, contro un 21% del PD, un potenziale 8% del polo centrista e un 12% dei 5 stelle (ante scissione Di Maio?).

La affidabilità di una rilevazione statistica dipende in modo decisivo dalle qualità dei campioni utilizzati, ovvero la capacità di replicare la composizione della popolazione italiana per censo, età, cultura ecc. Se date un'occhiata al portale del Governo dedicato ai sondaggi verificate il rapporto tra intervistati ed ampiezza del campione. L'ultimo sondaggio Tecné del 21/7 ha dovuto contattare ben 5487 persone per ottenere 800 risposte. Anche se il campione iniziale fosse ottimo, il campione finale è chiaramente molto meno affidabile. Quindi, per pensar bene, almeno 4 intervistati su 5 devono essere sostituiti per raggiungere la soglia di risposte significativa.

Ultimo livello: ma qual è lo "zoccolo duro" dei partiti? chi ci mette il grano. soprattutto se "metterci il grano" non comporta alcuna spesa aggiuntiva. Mi riferisco al 2 per mille. In questa legislatura la percentuale di contribuenti che ha destinato il 2 per mille è sempre stata vicina al 3,3%. Forse orfani di Occhetto sono i piddini che fanno man bassa. Con il 34,1% lo "zoccolo duro" del PD supera da solo l'intera coalizione di destra (15,4 FDI, 11,9 Lega Salvini + 3,3% Lega Nord +2,4 FI Totale 33%).

Notare: le Leghe sono 2 (con separato statuto e codice fiscale) come frutto dello spinoff del 2017 quando si temeva il recupero dei 49 milioni di Euro rubati dal partito al contribuente italiano.

In sintesi i partiti hanno un dato certo sul 3% degli elettori, stime sul 20% e una incognita totale sul restante 40%. Con ogni probabilità l'affluenza alle urne non supererà il 60%, e non ci sarà modo di convincere al voto i totalmente delusi. Per questo l'esito delle elezioni può essere fiutato dai vecchi marpioni della politica, ma difficilmente essere previsto con affidabile approssimazione. 

L'elettore silenzioso: il mercato

La fregnaccia sostenuta sistematicamente dalla destra, ma cara anche alla sinistra, è che le politiche di attenzione alla spesa e alla gestione del debito siano "chieste" dall'Europa. Stronzate: sono nei patti europei, ma sono richieste dalla stabilità dei mercati finanziari.

Cash is king: se dimostri di mettere a rischio gli investimenti chi sarà quel fesso che ti presterà soldi? solo strozzini. Che il tuo debito sia denominato in Euro, Lire o Sesterzi. Questo accade dal basso impero romano. Se pensate che basti stampare moneta per ripagare i debiti siete dei coglioni, se lo mettete nel programma elettorale siete dei cialtroni truffatori. Nello Sry Lanka e in Venezuela hanno creduto a queste minchiate, che vanno sotto il nome di MMT e si sono trovati ad avere il denaro che non vale più della carta con cui è prodotto.

Qui vedete le proporzioni del debito pubblico. Se paesi con un piccolo debito rispetto all'Italia stanno attente a come si spendono i soldi, pensare che un paese come l'Italia possa permettersi di sputtanare risorse in pensioni baby, aziende pubbliche in perenne perdita o in feste e sagre significa vivere in una bolla di roba pesante. Chi cazzo è l'Italia? la civiltà di un popolo non la fanno certo 4 rovine dei tempi che furono, la civiltà di un popolo è la correttezza nei comportamenti (senza fiducia non c'è "credito"), la condivisione di principi di libertà di pensiero e di gestione di sé, e reti di protezione verso i più deboli.

I nostri partner europei sono pronti ad aiutarci in caso di bisogno e ci sono gli strumenti per farlo, ma, GIUSTAMENTE, non è affatto detto che lo facciano se il bisogno è la conseguenza di una politica fiscale suicida.

Quindi chiunque vinca può agire solamente nel limite delle risorse che il mercato e/o la buona gestione dei conti pubblici. Ogni promessa di spesa o ha una copertura credibile o è una frode elettorale. Si spera venga disattesa immediatamente, se così non fosse, come successo nello scellerato Governo Conte 1, si pagherà poi il conto in termini di interesse.