Avremmo certamente più soddisfazioni dai rappresentanti pro tempore se imparassimo a votare "per la pancia" anziché votare "di pancia". Ovvero, nella antica accezione di "Franza, Spagna o Alemagna ... purché se magna!", se anteponessimo un voto cinicamente meditato ad un voto emozionale. Vediamo come.
L'approccio
Per le quattro regioni al voto sono individuati gli "score" sintetici di qualità della vita, gli indici di qualità della Pubblica amministrazione e la loro evoluzione temporale ed infine i benchmark territoriali con altre regioni appartenenti ai principali stati dell'Unione Europea (Franza, Spagna e, ovviamente, Germania).
Le alternative irrilevanti
Achtung! nelle campagne elettorali si dà spesso aria alle tonsille. Non tutti gli argomenti proposti dai candidati vanno presi in considerazione. Oltre al vecchio adagio: per ogni investimento o servizio deve esserci una fonte di finanziamento, la Costituzione (art 117) pone limiti al potere delle Regioni. Eccezione nel nostro caso il FVG che, come Regione a Statuto Speciale, ha diversi poteri rispetto alle Regioni ordinarie.
Per le altre tre questi argomenti sono irrilevanti, perché di esclusiva competenza statale:
a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; perequazione delle risorse finanziarie;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo;
g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali; h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale;
i) cittadinanza, stato civile e anagrafi;
l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa;
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; n) norme generali sull'istruzione; o) previdenza sociale; p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane;
q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale;
r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere dell'ingegno;
s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali.
Le quattro regioni al voto e i benchmark individuati
Da Nord a Sud, da Ovest ad Est vanno al voto Lombardia, Friuli - Venezia Giulia, Lazio e Molise.
Per vedere i punti di forza-debolezza delle Regioni rispetto agli indicatori OCSE di qualità della vita. Ho individuato questi benchmark territoriali per paragonare le regioni rispetto la qualità della Pubblica amministrazione, ovvero lo scopo del voto prossimo venturo:
Regione | Criteri | Benchmark |
Friuli-Venezia Giulia | Regione autonomista, economicamente sviluppata e culturalmente di "frontiera" rispetto allo stato | DEF Schleswig-Holstein ES11 Galicia FRH0 Bretagne |
Lazio | Regione della capitale dello stato | DE3 Berlin ES30 Comunidad de Madrid FR10 Île de France |
Lombardia | Regione con forte inclinazione produttiva e turistica, non sede di capitale dello stato. | DE2 Bayern ES51 Cataluña FRK2 Rhône-Alpes |
Molise | Regione periferica a medio-basso reddito rispetto a media statale | DE8 Mecklenburg-Vorpommern ES62 Región de Murcia FRM0 Corse |
Come ho assemblato gli indici di confronto
La base degli indici utilizzati per il confronto è costituita dal database regionale esteso dell'Università di Goteborg.
Ho operato una selezione degli indicatori per non disperdere troppo il ragionamento.
Gli indici scelti sono questi (per le descrizioni estese andate sul database regionale esteso).
I dati sono gli ultimi disponibili, aggiornati tra il 2017 e il 2021.
NB: lavoro fatto in casa (e dovendo correggere alcuni indici), se vedete numeri strani ogni segnalazione è gradita.
PS: come vedrà chi preleva i dati di base dai due link in intestazione, gli indici OCSE coprono solo 219 sulle 242 regioni europee. Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania non sono incluse nel Better Life Index (s.e.o.).
EQIndex sintetico e indici quantitativi di dettaglio
Friuli Venezia Giulia
Uno delle poche Regioni con una qualità della PA nella media europea, ha migliorato la propria posizione con la guida Fedriga.
Se volete approfondire la analisi vi propongo questo sistema di indicatori, dove spero di avere rappresentato le vostre priorità, che siano l'economia, la salute, l'istruzione.
Il quadro del FVG rispetto ai benchmark è facilmente leggibile: forte economia, grazie ad un sistema di infrastrutture efficiente, ma scarsa attenzione alla formazione e, soprattutto, un inaccettabile numero di NEET's.
Lazio
La qualità della PA in Lazio è più vicina ai peggiori che ai mediocri. Una palla al piede per la Regione che ospita la capitale d'Italia che costituisce uno svantaggio competitivo rispetto ai concorrenti.
Appalti assegnati direttamente, scarso livello della istruzione, un livello di NEET's doppio rispetto ai benchmark, elevato numero di vittime della strada spiccano tra i dati divergenti rispetto ai benchmark.
Lombardia
Rispetto alla guida Maroni, la giunta Fontana si è dimostrata decisamente peggiore, allontanando la Regione dal percorso di riavvicinamento alla performance media e mediana (ovvero meglio del 50% delle regioni).
Oltre al "vizietto" degli appalti con unico concorrente, o in assegnazione diretta, la formazione sembra essere il tallone d'Achille della Regione, e, di nuovo, i NEET's ad un livello inaccettabile rispetto ai benchmark.
Molise
La più settentrionale tra le regioni del meridione italiano evidenzia un disastroso livello qualitativo della PA rispetto ai potenziali concorrenti.
Gli indicatori quantitativi sono allineati alle altre regioni periferiche, con una unica eccezione che merita un approfondimento. Il tasso di occupazione: bassissimo ed incompatibile con una produzione di ricchezza che possa finanziare il welfare.
Un approccio alternativo: Gli indici di qualità della vita OCSE.
Un approccio meno quantitativo per valutare come vanno le nostre regioni al voto rispetto a confronti internazionali lo trovate al sito OCSE dedicato alle regioni.
Qui trovate tutti i dettagli, mi sono preoccupato di prendere le quattro regioni al voto e sovrapporre in un grafico i rating sui 10 settori (reddito, lavoro, salute, formazione, ambiente, sicurezza, partecipazione, servizi, casa, comunità).
Friuli Venezia-Giulia
Disponibilità di abitazioni, intrattenimenti e istruzione sono i "punti deboli" della regione. Punti forti il senso di comunità e la sicurezza.
Lazio
Ancora la casa, e la formazione tra i punti deboli. Il Lazio aggiunge anche l'ambiente, cui depone a sfavore l'incapacità di risolvere il problema dello smaltimento rifiuti nella capitale
Lombardia
Casa e ambiente un disastro, anche la formazione è decisamente migliorabile come il senso di comunità. La salute (i dati sono ante COVID) è invece sopra la media e mediana.
Molise
Casa, Formazione e Lavoro i punti di debolezza della piccolissima regione. Il senso di comunità è a livelli di eccellenza continentale.