Estate 1944: Serial Killer a zonzo per l'appennino Tosco-Emiliano
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Estate 1944: Serial Killer a zonzo per l'appennino Tosco-Emiliano

Il 12 agosto 2024 ricorreva l'80° anniversario della Strage di Sant'Anna di Stazzema. La ricorrenza è stata colpevolmente dimenticata da un governo sin troppo "comprensivo" nei confronti del Ventennio fascista e della sua propaggine repubblichina ("da Giorgio a Giorgia") . Sant'Anna, così come Marzabotto, non furono episodi isolati, ma il risultato di un unico disegno criminale di nazisti e fascisti, attuate da omuncoli e giovanotti indottrinati. 

Avete presente le serie modello Criminal Minds? ebbene a cavallo dell'appennino Tosco Emiliano, nella estate 1944, operarono degli omicidi seriali, che dirigessero massacri perpetrati materialmente da ragazzotti indottrinati alla violenza e frustrati ex-seviziatori di lager, con la complicità spesso attiva di altri criminali, i fascisti delle Brigate Nere.

Il numero complessivo delle vittime degli eccidi nazifascisti supera le 15.000 persone, secondo le risultanze della Commissione parlamentare di inchiesta del 2003. ben 2.000 sono attribuibili al reoarto responsabile della strage di Sant'Anna.

Premessa: le fonti

Una premessa importante, in un mondo in cui il revisionismo è diventato argomento dialettico di chi è in malafede, responsabilità, colpevoli, e complicità sono cristallizzati in procedimenti penali passati in giudicato, e quindi non ci sono se e ma, si tratta di fatti documentati, accertati da prove documentali e testimoniali, e non più discutibili.

Si tratta di crimini con ogni probabilità stimati per difetto, ma i numeri e i comportamenti sono talmente gravi e concordanti da escludere ogni lettura alternativa.

I colpevoli

La 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS" fu una delle tante divisioni di Granatieri Meccanizzati organizzate dal 3° Reich quando le l'inerzia della seconda guerra mondiale lasciava oramai poche possibilità ad Hitler, dopo gli sbarchi alleati in Italia, la caduta del Regime Fascista e la sconfitta di Kursk sul fronte orientale (proprio la città sede degli attuali combattimenti tra Ucraina e Russia).

Il Dittatore Nazista, a quei tempi, invece di ricostituire i ranghi dei reparti dissanguati dalle battaglie, preferiva creare nuovi reparti, per vedere più "bandierine" sulle mappe, ma anche per sostituire gradatamente una Wehrmacht troppo "aristocratica" con un esercito popolare fortemente indottrinato e guidato da nullità che ad Hitler dovevano tutto, e disposte a tutto, anche a calpestare l'onore di militari per il proprio Fuhrer.

la 16 PzG SS era un mix di giovanotti della classe 1926 appartenenti ai Volksdeutsche (persone di lingua tedesca nati fuori dalla Germania), frettolosamente addestrati, di aguzzini provenienti dai campi di concentramento (non si reggeva a lungo la attività nei lager) e di qualche specialista preso dove capitava.

Armata con materiale di seconda scelta, non incise mai nelle vicende militari in cui fu impiegata. Fu soprattutto utilizzata nelle attività di "controllo delle retrovie", nelle quali i reparti partigiani ostacolavano la logistica. Secondo compito, supportata dalle Brigate Nere, il sequestro e la deportazione al lavoro forzato in Germania o alla costruzione delle fortificazioni della Linea Gotica dei residenti utili allo scopo.

Nella estate del 1944, mentre il fronte si consolidava ai piedi degli appennini, l'unità fu destinata a "ripulire" dai civili l'area dei futuri scontri con gli alleati. La 16. SS era comandata dal Generale Max Simon,  che interpretò il concetto di "ripulire" come solo un criminale omicida seriale poteva fare.

Max Simon era affiancato da altri criminali, come il Maggiore Reder, comandante del reparto responsabile delle stragi di San Terenzio e Marzabotto, e Anton Galler, comandante del reparto responsabile della strage di Sant'Anna.

Max Simon, combatté la prima guerra mondiale, uscendone decorato. Nell'esercito non superò mai il grado equivalente al Sergente Maggiore. La svolta nella carriera la fece nel 1933 entrando nel partito nazista. Nel 1934 divenne Direttore del Campo di Concentramento di Sachsenburg  e prese i gradi di colonello. Non combinò granché come militare della Divisione Totenkopf cui fu assegnato. Nell'autunno 1943 fu incaricato di formare la 16 SS di cui assunse il comando.

Decorato da Hitler dopo i "brillanti risultati in Italia" e destinato alla difesa del Baden, non perse il vizio degli omicidi seriali, rendendosi responsabile diretto e indiretto del massacro di cittadini tedeschi a Brettheim. 

Anche Reder si fece "onore" in Polonia partecipando allo sterminio conseguente l'insurrezione del ghetto di Varsavia del 1943.

Prima dei fatti di Sant'Anna, Galler si era già reso protagonista di sequestri e deportazioni in Polonia.

Tre individui con una storia militare decisamente mediocre, ma con spiccata attitudine alla strage e alle sevizie nei confronti di civili.

Nelle parole del Procuratore Militare Stellacci:

Il soldato si distingue dagli assassini perché ha il senso del limite della propria azione, perché è cavaliere. La verità è questa: Reder, come altri suoi simili, appartiene a una casta militare senza scrupoli e senza morale (...) Il fatto che il nazismo abbia perduto la guerra è semplicemente l'occasione che ci permette di giudicare Reder e che ci offre per punirlo. E sarà condannato non perché è un vinto ma perché è un delinquente, perché egli ha condotto la guerra con metodi e spirito da delinquente, con la certezza di non dover mai rendere conto a nessuno delle sue colpe

I fatti: un unico disegno criminale tra Toscana ed Emilia

In questa mappa, resa disponibile sul sito straginazifasciste.it, che consiglio vivamente di visitare, sono segnalati i luoghi degli atti criminali attribuibili alla 16 SS. Ho integrato l'immagine con il tracciato (molto approssimativo) della Linea gotica per meglio comprendere il disegno sottostante.

Non vedete male: si tratta di oltre 80 episodi per oltre 2100 omicidi, a volte accompagnati da sequestri di persona e successive deportazioni, tutte vicine alla linea dell'attuale e futuro fronte. Le modalità operative sono molto simili a quelle utilizzate dalle truppe irregolari serbo-bosniache del Generale Mladic, dai volontari ceceni e degli irregolari della compagnia Wagner in Ucraina, ma anche dei titini in Istria e Dalmazia.

Si incaricano dei criminali di fare "pulizia" per agevolare future operazioni militari, li si contorna di ragazzotti fanatici che vengono "caricati" con metamfetamine in caso di bisogno, e li si contorna di altri criminali locali, altrettanto indottrinati e a volte con scopi secondari di vendetta o di appropriazione indebita. Il ruolo dei fascisti era il più delle volte di esploratori e di guide, ma in alcuni episodi ebbero un ruolo attivo nelle uccisioni. 

L'amnistia Togliatti e il progressivo abbandono delle inchieste "minori"

Oltre ai fatti eclatanti di Sant'Anna, San Terenzio, Vinca e Marzabotto, anche nel caso della 16 SS si riscontra una lunga serie di episodi "minori" non tutti esplorati a fondo dalla magistratura.

Nel corso del 1946, a firma del Ministro di grazia e giustizia Palmiro Togliatti e approvato dal governo De Gasperi I, venne approvata una sanatoria urbi et orbi per quasi tutti i reati, compreso l'omicidio, perpetrati nel periodo bellico a condizione che si trattasse di reati "a sfondo politico".

Ricordiamo che Al Capone fu "incastrato" per evasione fiscale, e che lo "Sceriffo" Rudolph Giuliani ripulì New York partendo dalla manovalanza del crimine. Amnistiare i crimini minori può pregiudicare risultati ben più rilevanti. così accadde.

E' evidente che, se la norma era pensata per stendere un velo pietoso sugli eccessi dei partigiani, e sulle connivenze con il Dittatore Tito di alcuni reparti partigiani sui confini orientali, il risultato fu che anche i fascisti beneficiarono  della copertura legale.

Fu una legge ignobile, che lasciò impuniti atti criminosi e privi di giustizia le vittime, ma che ebbe anche un secondo effetto collaterale che scontiamo ancora oggi: l'Italia non ha mai fatto i conti con il passato fascista, e con le connivenze dei comunisti con regimi limitrofi. 

Successivamente, buona parte dei fascicoli relativi alle stragi furono insabbiati dal Procuratore Santacroce e ritrovati solo a metà degli anni '90. Nelle parole della Relazione finale della Commissione Parlamentare d'inchiesta:

Inoltre, rispetto a questo quadro di grave inerzia, si registra l’antigiuridica ed abnorme archiviazione provvisoria, disposta dal Procuratore Generale Enrico Santacroce il 14 gennaio 1960, che tende a legittimare l’indebito trattenimento dei fascicoli sui crimini di guerra a Palazzo Cesi. A parziale spiegazione dell’archiviazione provvisoria decisa da Santacroce, nell’assenza di accertati input di natura politica legati alla “guerra fredda” e al riarmo tedesco, (ipotizzati invece nelle precedenti indagini del CMM e della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati nella XIII legislatura)  va ricordata la sua totale contrarietà alla celebrazione di processi in contumacia. È opportuno precisare peraltro che si rimane nel campo delle ipotesi e che comunque queste motivazioni non attenuano in alcun modo la gravità delle deliberazioni assunte dal Procuratore Generale Militare Santacroce.

Ancora oggi, non avere "cristallizzato" in atti processuali i crimini perpetrati induce ad atteggiamenti antistorici di comprensione se non di connivenza. "Mussolini ha fatto anche cose buone" e "Il 25 aprile è stata una rivoluzione mancata" espressioni care, rispettivamente, a maldestri e sinistri, ma che scordano la verità storica e che non ci mettono al riparo dal rischio di ritorni autoritari.