Per alleggerire il "terrorismo mediatico" su COVID e affini niente meglio che una buona playlist.
Quoto senza ritegno alcuno uno dei versi della mitica "Vengo anch'io di Jannacci" per introdurre una piccola riflessione. Poniamo che non rientri tra il 99,9% dei malati di COVID che non porta a casa le penne, o che comunque tu possa schiattare con un minore o maggiore preavviso o probabilità con le altre migliaia di patologie o traumi censiti o da censire. E quindi che ci lasci le penne.
Che ti aspetti il Paradiso/Purgatorio/Inferno, il Giardino delle Vergini, il Valhalla, o semplicemente diventi un rifiuto speciale, una domanda fondamentale devi portela: che soundtrack vorresti al tuo ultimo party? è giusto che decidano gli altri per te?
Un buon suggerimento potrebbe essere di includere nel testamento, anche solo biologico (DAT), indicazioni se preferisci un addio Jazz stile Cajun, immortalato nelle sequenze iniziali di Live or Let Dye, un party stile irlandese, o più o meno composte esequie mediterranee con o senza prefiche (le piagnone), o un funerale trendy alla ghanese con la danza del feretro o che altro preferisci (magari con protocolli segreti se le tue preferenze sono ad oggi illegali).
N'oubliez pas la musique!