Referendum 2020: - parlamentari = - spesa + qualità?

Referendum 2020: - parlamentari = - spesa + qualità?

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Ci siamo quasi, il 20 e 21 settembre si voterà per confermare o annullare la riforma del numero dei parlamentari. Commosso dal successo della Guida alle elezioni Europee 2019 vi propongo una microguida in materia.

Non entrerò nei dettagli giuridici, a ciascuno il suo mestiere, mi limiterò a verificare le se siano fondate le basi della riforma che, come vedrete, è molto semplice, e tocca solamente dei numeri senza minimamente incidere sui "meccanismi di governance.

Cosa si vota?

Si vota la riforma del numero dei parlamentari approvata dal Parlamento in doppia lettura e doppio voto favorevole tra febbraio e ottobre 2019. 

Articolo N°attuale N°variato
1 - totale deputati 630 400
1 - deputati eletti all'estero 12 8
1 - deputati eletti in Italia 618 392
2 - totale senatori 315 200
2 - senatori eletti all'estero 6 4
2 - senatori eletti in Italia 309 196
2 - minimo senatori per regione (eccetto Molise e VdA) 7 3

Viene poi cambiato il termine "regione" con "provincia autonoma" per omologare il dettato con le classificazioni NUTS 2.

Viene infine chiarito che il numero massimo di senatori a vita di nomina si intende come totalmente presenti, e non nominabili da ogni presidente. Invariata la norma sul diritto degli ex Presidenti al seggio senatoriale vita natural durante.

Commenti

Quindi le réclame  elettorali di questi giorni sul voto ai diciottenni, abolizione dei senatori a vita ecc sono tutte balle. Esistono alcuni DDL costituzionali, ma prima che possano diventare legge devono passare due letture, due voti e l'eventuale referendum confermativo.

Per l'"autodichia" del parlamento la riduzione dei parlamentari non è inoltre né condizione necessaria, né condizione sufficiente per la riduzione dei costi dell'organo costituzionale. Sono le due camere a stabilire i budget, e nulla vieta di riallocare i risparmi per minori stipendi all'acquisto di fioriere .

Perché si vota?

Lo spiega l'art. 138 della Costituzione: in seconda lettura la riforma non ha ottenuto i 2/3 di voti favorevoli (totali, non dei soli partecipanti al voto) in entrambi i rami del parlamento.

Art. 138.

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non e' promulgata, se non e' approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge e' stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

Ripercorriamo i voti:

Come vedete l'ultimo voto alla Camera è stato un plebiscito, ma non avrebbe mai rimosso la possibilità di referendum perché il voto del Senato era appena sopra la maggioranza. Insomma la percentuale bulgara è stata una sceneggiata per fare vedere che nessun parlamentare era attaccato alla poltrona.

Le prime tre votazioni sono state supportate da 5 Stella e Lega, l'ultima da quasi tutti, tranne un manipoli di dissidenti.

Questo il dettaglio delle votazioni (PS: cliccando sulla data accedete ai voti dei singoli parlamentari)

Ramo Data Favorevoli Contrari Astenuti Assenti Note
Senato 07/02/2019 185 54 4 78 Votazione #22
Camera 09/05/2019 310 107 5 208  
Senato 11/07/2019 180 50 0 91 Votazione #1
Camera 08/10/2019 553 14 2 61  

 Letture: 


Le riforme precedenti

Che i meccanismi costituzionali avessero bisogno di un restyling era evidente dalla prima metà degli anni '90. Il numero dei parlamentari è sempre stato parte delle riforme, ma risultava una conseguenza di un ripensamento e non il focus o, addirittura, l'esaurirsi dell'intero sforzo riformatore.

Per rimanere negli ultimi anni, due riforme hanno superato lo scoglio del doppio voto parlamentare e sono arrivate al referendum confermativo. In entrambi i casi le riforme sono state bocciate dal consulto referendario.

Colpiscono due aspetti: i voti referendari erano arrivati sempre a legislatura avanzata, e con un supporto di analisi e dibattiti corposo. Questa riforma arriva dopo soli 14 mesi di legislature, con due pause estive e una crisi di governo di mezzo. 

La riforma Berlusconi

Dopo un iter di quasi 3 anni approda al voto parlamentare la Riforma predisposta da Berlusconi ed alleati per riequilibrare i poteri tra Stato centrale e Regioni, e per rafforzare l'esecutivo. "Devolution" e "Premierato forte" erano le parole d'ordine.

Con la riforma, incidentalmente, viene ridotto il numero dei deputati a 518 e dei senatori a 252, e vengono eliminati i senatori a vita. La riforma venne sostenuta dalla sola maggioranza (Frorza  Italia,Alleanza Nazionale  e Lega Nord), e arrivò al voto quando oramai Prodi aveva sostituito il Cavaliere.

Esito Votazioni              
Ramo Data Favorevoli Contrari Astenuti Assenti Provv Note
Camera 15/10/2004 295 202 9 124 4862 voto n°5
Senato 23/03/2005 162 14   145 2544-B  
Camera 20/10/2005 317 234 5 74 4862-B  
Senato 16/11/2005 170 132 3 16 2544-D  

Letture:

La Riforma Saggi - Letta - Renzi

Ancora più complessi sia l'iter, sia il contenuto della Riforma della precedente legislatura.

Come noto nel 2011 aveva rischiato di saltare la baracca, e l'ordinamento dello stato aveva manifestato tutta la sua inadeguatezza per gestire il mondo del 3° millennio. In un Parlamento senza una maggioranza, il rieletto Presidente Napolitano (per incapacità di esprimere nomi nuovi), impose un Governo di larghe intese, dal quale rimasero fuori in posizione "paracula" Lega (oramai non più Nord) 5 Stelle e Fratelli d'Italia.

Uno dei cardini del Governo, affidato a Enrico Letta, era di attuare le riforme istituzionali suggerite da un comitato di "saggi" composto da tecnici, e da politici di tutti gli schieramenti aderenti.

Il progetto ebbe una battuta d'arresto con la condanna in Cassazione di Silvio Berlusconi, che provocò la fuoriuscita dei parlamentari di Forza Italia dall'accordo, e successivamente fu affossato dalle lotte intestine del Partito Democratico, che pur votando a favore, nella successiva campagna referendaria trovò diversi membri schierati sul fronte del "NO" per quella che oramai veniva vista come una potenziale affermazione di Renzi.

Esito Votazioni            
Ramo Data Favorevoli Contrari Astenuti Assenti Provv
Senato 13/10/2015 178 17 7 119 1429-B
Senato 11/01/2016 180 112 1 28 1429-D
Camera 20/01/2016 367 194 5 64 2613-B
Camera 12/04/2016 361 7 2 260 2613-D

 Letture:


Cosa succederebbe: il Parlamento prima e dopo

L'analisi è stata fornita dal Servizio studi della Camera. Riporto i risultati. Mi limito a riaggregare per NUTS 1 (Aree) per verificare che i dati rimangano stabili.

Come vedrete tranne alcuni casi la rappresentatività rimane abbastanza stabile malgrado la riduzione dei numeri. Non si vedono quindi particolari "vulnus" alla rappresentatività.

Camera

Circoscrizione Prima Dopo
Piemonte 1 23 15
Piemonte 2 22 14
Lombardia 1 40 25
Lombardia 2 22 14
Lombardia 3 23 14
Lombardia 4 17 11
Veneto 1 20 13
Veneto 2 30 19
Friuli-Venezia Giulia 13 8
Liguria 16 10
Emilia-Romagna 45 29
Toscana 38 24
Umbria 9 6
Marche 16 10
Lazio 1 38 24
Lazio 2 20 12
Abruzzo 14 9
Molise 3 2
Campania 1 32 20
Campania 2 28 18
Puglia 42 27
Basilicata 6 4
Calabria 20 13
Sicilia 1 25 15
Sicilia 2 27 17
Sardegna 17 11
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 1 1
Trentino-Alto Adige/Südtirol 11 7
Estero 12 8

 

Senato

Regione prima dopo
Piemonte 22 14
Valle 1 1
Lombardia 49 31
Trentino-Alto 7 6
Veneto 24 16
Friuli-Venezia 7 4
Liguria 8 5
Emilia-Romagna 22 14
Toscana 18 12
Umbria 7 3
Marche 8 5
Lazio 28 18
Abruzzo 7 4
Molise 2 2
Campania 29 18
Puglia 20 13
Basilicata 7 3
Calabria 10 6
Sicilia 25 16
Sardegna 8 5
Estero 6 4

Confronto NUTS 1

Per curiosità ho alzato il confronto a livello di Aree territoriali NUTS 1 per verificare se gli "errorini" sommati producessero effetti distorsivi. Sembrerebbe non particolarmente.


Un confronto: Numero dei Parlamentari ITA-UE-USA

Una argomentazione portata a favore della riforma riguarda il numero dei rappresentanti tra Italia e Stati Uniti.

In realtà un confronto limitato alle sole camere alta e bassa nazionali non è rappresentativo. Va considerato che gli USA sono uno stato federale, e l'Italia è uno stato unitario, e che l'Italia aderisce all'Unione Europea, cui sono devolute importanti materie legislative.

Il confronto lo ho quindi condotto tra il totale dei Parlamentari Nazionali (951) + Europei Italiani (76) e i Rappresentanti statali + federali USA. Dati di sintesi: In USA ci sono 7920 parlamentari per 321,6 milioni di abitanti. 1 parlamentare ogni 40.600 abitanti. In Italia ne abbiamo 1027 (951+76EU), che scenderanno a 676 in caso di approvazione della riforma, per 60 milioni circa di abitanti. Ovvero, parametrando, 1 parlamentare ogni 59.000 abitanti che scenderebbe ad 1 ogni 89.000

Per comodità li riassumo in questa tabella:

US State: Pop Rep Sen Lower House Size Upper House Size Total
Alabama 4.887.871 7 2 105 35 149
Alaska 737.438 1 2 40 20 63
Arizona 7.171.646 9 2 60 30 101
Arkansas 3.013.825 4 2 100 35 141
California 39.557.045 53 2 80 40 175
Colorado 5.695.564 7 2 65 35 109
Connecticut 3.572.665 5 2 151 36 194
Delaware 967.171 1 2 41 21 65
Florida 21.670.000 27 2 120 40 189
Georgia 10.519.475 14 2 180 56 252
Hawaii 1.420.491 2 2 51 25 80
Idaho 1.754.208 2 2 70 35 109
Illinois 12.741.080 18 2 118 59 197
Indiana 6.691.878 9 2 100 50 161
Iowa 3.156.145 4 2 100 50 156
Kansas 2.911.505 4 2 125 40 171
Kentucky 4.468.402 6 2 100 38 146
Louisiana 4.659.978 6 2 105 39 152
Maine 1.338.404 2 2 153 35 192
Maryland 6.042.718 8 2 141 47 198
Massachusetts 6.902.149 9 2 160 40 211
Michigan 9.995.915 14 2 110 38 164
Minneapolis 425.403 8 2 134 67 211
Mississippi 2.986.530 4 2 122 52 180
Missouri 6.126.452 8 2 163 34 207
Montana 1.062.305 1 2 100 50 153
Nebraska 1.929.268 3 2 0 49 54
Nevada 3.034.392 4 2 42 21 69
New Hampshire 1.356.458 2 2 400 24 428
New Jersey 8.908.520 12 2 80 40 134
New Mexico 2.095.428 3 2 70 42 117
New York 19.542.209 27 2 150 63 242
North Carolina 10.383.620 13 2 120 50 185
North Dakota 760.077 1 2 94 47 144
Ohio 11.689.442 16 2 99 33 150
Oklahoma 3.943.079 5 2 101 48 156
Oregon 4.190.713 5 2 60 30 97
Pennsylvania 12.807.060 18 2 203 50 273
Rhode Island 1.057.315 2 2 75 38 117
South Carolina 5.084.127 7 2 124 46 179
South Dakota 882.235 1 2 70 35 108
Tennessee 6.770.010 9 2 99 33 143
Texas 28.701.845 36 2 150 31 219
Utah 3.161.105 4 2 75 29 110
Vermont 626.299 1 2 150 30 183
Virginia 8.517.685 11 2 100 40 153
Washington 7.535.591 10 2 98 49 159
West Virginia 1.805.832 3 2 100 34 139
Wisconsin 5.813.568 8 2 99 33 142
Wyoming 577.737 1 2 60 30 93

Secondo parametro di confronto l'Unione Europea. Qui ci limitiamo al livello nazionale, perché per norma le distribuzioni degli europarlamentari per abitanti  hanno comuni criteri.

Code Dex NAZ Pop Naz/Pop
EU27_2020 European Union 9207 446.824.564 48.531
EA19 Euro area 5864 341.902.187 58.305
BE Belgium 210 11.455.519 54.550
BG Bulgaria 240 7.000.039 29.167
CZ Czechia 562 10.649.800 18.950
DK Denmark 179 5.806.081 32.436
DE Germany 778 83.019.213 106.709
EE Estonia 101 1.324.820 13.117
IE Ireland 220 4.904.240 22.292
EL Greece 300 10.724.599 35.749
ES Spain 616 46.937.060 76.197
FR France 925 67.012.883 72.446
HR Croatia 160 4.076.246 25.477
IT Italy 951 60.359.546 63.470
IT2 Italy 600 60.359.546 100.599
CY Cyprus 59 875.899 14.846
LV Latvia 100 1.919.968 19.200
LT Lithuania 141 2.794.184 19.817
LU Luxembourg 60 613.894 10.232
HU Hungary 199 9.772.756 49.109
MT Malta 65 493.559 7.593
NL Netherlands 225 17.282.163 76.810
AT Austria 244 8.858.775 36.306
PL Poland 560 37.972.812 67.809
PT Portugal 230 10.276.617 44.681
RO Romania 588 19.414.458 33.018
SI Slovenia 90 2.080.908 23.121
SK Slovakia 150 5.450.421 36.336
FI Finland 200 5.517.919 27.590
SE Sweden 349 10.230.185 29.313

Meno sono gli abitanti, più devono essere numerosi i rappresentanti. Ho provato a "simulare" il numero ideale dei rappresentanti per ogni livello di abitanti. L'analisi grafica dimostra che la attuale numerosità dei rappresentanti italiana è leggermente superiore al parametro (è a destra della linea di tendenza), ma che con la riforma la rappresentatività sarebbe pesantemente sottodimensionata.


Un confronto: il costo degli organi di vertice (COFOG) ITA-UE

Ultimo parametro di confronto "serio" è sui costi della politica. Premetto che guardare i costi senza misurare i benefici (o viceversa) non è un approccio scientifico. Ma assumiamo per semplicità che 1 valga 1, e che un politico italiano valga quanto uno lussemburghese.

Sempre ammesso e non concesso che alla riduzione dei parlamentari corrisponda una riduzione della spesa pubblica, bisogna valutarla. Un parlamentare costa 15.000€ al mese, quindi la riduzione proposta si valuta attorno a 345 x 15.000 x 12 = 62.100.000,00 € 1/10 del costo attuale degli organi centrali (570 MIL) e circa lo 0,01% della spesa pubblica annuale, che è pari a 850.000MIL circa.

Un aiuto al nostro confronto lo troviamo sul sito di Eurostat e sul sito OCSE ricercando i dati sul COFOG (CLASSIFICATION OF THE FUNCTIONS OF GOVERNMENT). 

La voce "01.1 - Executive and legislative organs, financial and fiscal affairs, external affairs" individua appunto i costi della politica in senso stretto. Nota Bene: ricercare il costo del solo parlamentare non è un confronto significativo, perché a seconda degli ordinamenti gli assistenti parlamentari sono pagati direttamente dal parlamentare (come in Italia), oppure dallo Stato. Nel secondo caso i costi sarebbero sottovalutati.

La classificazione è uno standard internazionale. Purtroppo gli USA non comunicano all'OCSE la voce, quindi non posso estendere il confronto oltreoceano. Inoltre Austria e Germania comunicano il solo dato generale, quindi comprensivo degli organi politici subnazionali. Quindi in uno dei confronti vedrete assente il dato. Per rendere confrontabili le cifre ho "normalizzato" i valori per numero di abitanti al 1 gennaio 2019. Per confrontare meglio un sistema unitario come quelli italiano o francese e uno federale come la Germania o l'Austria, vi propongo due confronti: quello tra i costi degli organi politici centrali, e quello dei costi degli organi politici nel loro complesso, compresi qundi i livelli subnazionali e locali. 

Il quadro che ne emerge è che non c'è di per se un maggiore costo della politica italiana rispetto ai partner. Esiste sicuramente un deficit di efficienza come dimostrano il ricorso sistemico alla decretazione d'urgenza e il "magazzino" di leggi chiave rimandate da legislatura a legislatura (fine vita, conflitto di interessi ecc). Su questo vi richiamo alla Relazione dei "Saggi". Guardare ai "costi" senza verificare i "benefici" è una prassi inefficace. Altrimenti ... nessuno vorrebbe essere lussemburghese!

Organi politici centrali

Code Dex Pop costo €/MIL  Costo/AB 
EU27_2020 European Union 446.824.564 160761,8        452,92
EA19 Euro area 341.902.187 139748,3        558,94
BE Belgium 11.455.519 6886,3        601,13
BG Bulgaria 7.000.039 4106,8        586,68
CZ Czechia 10.649.800 3554,3        333,74
DK Denmark 5.806.081 4733,9        815,33
DE Germany 83.019.213 0                 -  
EE Estonia 1.324.820 451,4        340,73
IE Ireland 4.904.240 2972,1        606,03
EL Greece 10.724.599 3033        282,81
ES Spain 46.937.060 14241        303,41
FR France 67.012.883 41498        619,25
HR Croatia 4.076.246 678,1        166,35
IT Italy 60.359.546 34420        570,25
CY Cyprus 875.899 643,5        734,67
LV Latvia 1.919.968 627,1        326,62
LT Lithuania 2.794.184 652,4        233,48
LU Luxembourg 613.894 1014,2     1.652,08
HU Hungary 9.772.756 3908,9        399,98
MT Malta 493.559 289,1        585,75
NL Netherlands 17.282.163 9792        566,60
AT Austria 8.858.775 0                 -  
PL Poland 37.972.812 7489,9        197,24
PT Portugal 10.276.617 3126        304,19
RO Romania 19.414.458 3804,2        195,95
SI Slovenia 2.080.908 797        383,01
SK Slovakia 5.450.421 1578,1        289,54
FI Finland 5.517.919 3563        645,71
SE Sweden 10.230.185 6901,5        674,62

 Organi politici in generale

Code Dex Pop costo  Costo/AB 
EU27_2020 European Union 446.824.564 268599,7        601,13
EA19 Euro area 341.902.187 224567,5        656,82
BE Belgium 11.455.519 10225,2        892,60
BG Bulgaria 7.000.039 1334,8        190,68
CZ Czechia 10.649.800 5592,5        525,13
DK Denmark 5.806.081 4859,7        837,00
DE Germany 83.019.213 61758        743,90
EE Estonia 1.324.820 545,3        411,60
IE Ireland 4.904.240 3128,4        637,90
EL Greece 10.724.599 3403        317,31
ES Spain 46.937.060 19009        404,99
FR France 67.012.883 43477        648,79
HR Croatia 4.076.246 990,7        243,04
IT Italy 60.359.546 42598        705,74
CY Cyprus 875.899 594,3        678,50
LV Latvia 1.919.968 709,3        369,43
LT Lithuania 2.794.184 690,7        247,19
LU Luxembourg 613.894 1023,9     1.667,88
HU Hungary 9.772.756 5469,9        559,71
MT Malta 493.559 312,1        632,35
NL Netherlands 17.282.163 15369        889,30
AT Austria 8.858.775 8655,5        977,05
PL Poland 37.972.812 12258,7        322,83
PT Portugal 10.276.617 6220,8        605,34
RO Romania 19.414.458 5657,3        291,40
SI Slovenia 2.080.908 977,4        469,70
SK Slovakia 5.450.421 2361,6        433,29
FI Finland 5.517.919 3509        635,93
SE Sweden 10.230.185 7868,7        769,16

Un confronto grafico (Italia in ROSSO)


Le intenzioni (ridurre i costi) saranno seguite dalle azioni?

Avevamo accennato al fatto che non c'è nessun legame forte tra riduzione del numero dei parlamentari e riduzione del costo della politica. C'è una generica "dichiarazione d'intenti" delle due maggioranze coinvolte in questa operazione. la gialloverde che la ha disegnata, e la giallorossa che la ha finalizzata.

Vi propongo due riflessioni, più gossipare che scientifiche, ma che fanno ben capire che difficilmente questa dichiarazione d'intenti sarà seguita da comportamenti concludenti.

Il contadino e la stalla

"Al vilan cal desfa la stala al taca a star ben" diceva Nonno Venerio. E i deputati sono chiaramente vacche da mungere per i partiti, come si evince dai rendiconti degli stessi. Vi rimando al sito Soldiepolitica aggiornato da Transparency.

Per fare un esempio, un deputato qualsiasi della Lega paga circa 50.000 Euro per l'elezione, più una rata di 3.000€ mensili al partito. Difficile pensare che ci si privi di una fonte di denaro del genere se non sostituendola con altre fonti non così trasparenti.

La punta dell'iceberg

Il costo dei parlamentari, dicevamo, è solo una parte dei costi della politica. Quello che si sta notando è la tendenza, soprattutto di leader populisti come Di Maio e Salvini, di contornarsi di staff molto più estesi e costosi dei loro predecessori. consulenze, commissioni, staff sono sempre spese che sosteniamo per gli organi politici centrali 

Ad oggi lo staff del Ministro di Maio costa 721.580€ annui:

Incarico Cognome e Nome compenso  lordo annuo
Capo segreteria e Segretario particolare del Ministro Belotti Cristina 120.000,00
Consigliere del Ministro per gli aspetti legati alla comunicazione, relazioni con i media e soggetti istituzionali Rubei Augusto 140.000,00
Consigliere del Ministro per le comunicazioni digitali Caporale Daniele 80.000,00
Consigliere del Ministro per la cura delle relazioni con le forze politiche inerenti le attività istituz. Del MAECI Dettori Pietro 120.000,00
Consigliere del Ministro per i rapporti con la stampa Mangieri Sara 90.000,00
Consigliere del Ministro per le informazioni diffuse attraverso i media Marici Giuseppe 90.000,00
Consigliere del Ministro per le relazioni istituzionali Festa Alessio 11.580,00
Consigliere del Ministro   per l'elaborazione digitale delle immagini e web designing  (part-time 50%) Dia Roberto 35.000,00
Esperto Senior per il supporto nella trattazione delle questioni inerenti l'implementazione di attività connesse al tema delle politiche a favore dell'internazionalizzazione del settore produttuvo italiano e dell'attrazione degli investimenti Gumina Andrea 35.000,00
    721.580,00

Lo staff del predecessore, Moavero Milanesi, costava meno di un terzo:

incarico Cognome e Nome compenso lordo
Segretario particolare del Ministro Menè Cristiana Maria 46.198,65
Consigliere Ministeriale per la Prevenzione del Contenzioso Sergio Fiorentino 17.013,89
Consigliere del Ministro per le questioni di diritto internazionale ed europeo Letizia Gianni 44.236,11
Esperto tematiche CIAE Salis Cristina 30.625,00
Esperto per l’organizzazione di eventi istituzionali Pancamo Maria Adriana 30.000,00
addetto alla Segreteria particolare Olivieri Valeria 26.416,67
    194.490,32

Notare anche le diverse funzioni ricoperte dai collaboratori, oltre che il costo. Per ulteriori dati, ad esempio i curricula, consultate i link.  

Passiamo all'opposizione e al caso di Matteo Salvini quando era titolare del Ministero degli interni.

Oggi il Ministro Lamorgese ha uno staff di 4 persone per complessivi 280.000 di costo.

BERNARDINO MARTIRANO 120.000,00
ANDREA TIRITICCO 93.129,82
CRISTINA PASCALE 32.000,00
FRANCESCO GUARINO 32.000,00
    277.129,82

Il predecessore Salvini ci faceva pagare invece  sui 466.000 e. Notare la presenza di un incarico gratuito (ex ambasciatore Terraccano)...

STEFANO BELTRAME 95.248,07
LUCA MORISI 65.000,00
GIANANDREA GAIANI 65.000,00
ANDREA PAGANELLA 85.979,68
CRISTINA PASCALE 30.000,00
GIUSEPPE BENEVENTO 41.600,00
LUIGI CARLO MARIA PERUZZOTTI 41.600,00
GENNARO TERRACCIANO 0
ANDREA PASINI 41.600,00
    466.027,75

Conclusioni

Traetele voi, non è difficile. Le mie sono lapidarie: questa riforma è una cagata pazzesca:

  1. Non c'è alcuna evidenza di un eccesso di costo degli organi centrali, né di un eccesso di numerosità del numero dei rappresentanti
  2. Non c'è alcun nesso causale tra riduzione del numero dei parlamentari e riduzione dei costi della politica. Questa verrebbe affrontata in un secondo momento
  3. Ci sono forti dubbi che si affronti poi seriamente la riduzione dei costi perché i parlamentari sono fonti di incasso per i partiti, e perché abbiamo visto che i leader di partito tendono ad avere costi di staff ben superiori ai tecnici, pagando collaboratori di dubbia utilità per le funzioni esecutive
  4. Non c'è alcuna correlazione tra il numero dei parlamentari e l'aumento dell'efficienza del sistema. Nello studio del 2013 i problemi sono ben più profondi e richiedono una riforma ben più radicale di 4 numeri in croce