Referendum 2020: - parlamentari = - spesa + qualità?

Referendum 2020: - parlamentari = - spesa + qualità?

Ci siamo quasi, il 20 e 21 settembre si voterà per confermare o annullare la riforma del numero dei parlamentari. Commosso dal successo della Guida alle elezioni Europee 2019 vi propongo una microguida in materia.

Non entrerò nei dettagli giuridici, a ciascuno il suo mestiere, mi limiterò a verificare le se siano fondate le basi della riforma che, come vedrete, è molto semplice, e tocca solamente dei numeri senza minimamente incidere sui "meccanismi di governance.

Cosa si vota?

Si vota la riforma del numero dei parlamentari approvata dal Parlamento in doppia lettura e doppio voto favorevole tra febbraio e ottobre 2019. 

Articolo N°attuale N°variato
1 - totale deputati 630 400
1 - deputati eletti all'estero 12 8
1 - deputati eletti in Italia 618 392
2 - totale senatori 315 200
2 - senatori eletti all'estero 6 4
2 - senatori eletti in Italia 309 196
2 - minimo senatori per regione (eccetto Molise e VdA) 7 3

Viene poi cambiato il termine "regione" con "provincia autonoma" per omologare il dettato con le classificazioni NUTS 2.

Viene infine chiarito che il numero massimo di senatori a vita di nomina si intende come totalmente presenti, e non nominabili da ogni presidente. Invariata la norma sul diritto degli ex Presidenti al seggio senatoriale vita natural durante.

Commenti

Quindi le réclame  elettorali di questi giorni sul voto ai diciottenni, abolizione dei senatori a vita ecc sono tutte balle. Esistono alcuni DDL costituzionali, ma prima che possano diventare legge devono passare due letture, due voti e l'eventuale referendum confermativo.

Per l'"autodichia" del parlamento la riduzione dei parlamentari non è inoltre né condizione necessaria, né condizione sufficiente per la riduzione dei costi dell'organo costituzionale. Sono le due camere a stabilire i budget, e nulla vieta di riallocare i risparmi per minori stipendi all'acquisto di fioriere .

Perché si vota?

Lo spiega l'art. 138 della Costituzione: in seconda lettura la riforma non ha ottenuto i 2/3 di voti favorevoli (totali, non dei soli partecipanti al voto) in entrambi i rami del parlamento.

Art. 138.

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non e' promulgata, se non e' approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge e' stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

Ripercorriamo i voti:

Come vedete l'ultimo voto alla Camera è stato un plebiscito, ma non avrebbe mai rimosso la possibilità di referendum perché il voto del Senato era appena sopra la maggioranza. Insomma la percentuale bulgara è stata una sceneggiata per fare vedere che nessun parlamentare era attaccato alla poltrona.

Le prime tre votazioni sono state supportate da 5 Stella e Lega, l'ultima da quasi tutti, tranne un manipoli di dissidenti.

Questo il dettaglio delle votazioni (PS: cliccando sulla data accedete ai voti dei singoli parlamentari)

Ramo Data Favorevoli Contrari Astenuti Assenti Note
Senato 07/02/2019 185 54 4 78 Votazione #22
Camera 09/05/2019 310 107 5 208  
Senato 11/07/2019 180 50 0 91 Votazione #1
Camera 08/10/2019 553 14 2 61  

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