Le cheerleader di Putin

Le cheerleader di Putin

Mi sento inclusivo come un pitone, smorzo i toni e le candele solo per accendere le micce.

Come la penso è semplice: Putin e i suoi collaboratori hanno organizzato e attuato una aggressione militare ad un paese limitrofo tollerando se non inducendo comportamenti criminosi nei confronti di civili e diffondendo notizie false e tendenziose ("disinformatia") verso i media degli altri paesi.

Putin è un criminale internazionale, e il suo partito Russia Unita è una organizzazione mafiosa degna di Cosa Nostra. Quindi diamo a Zelenski tutte le armi necessarie per finire il lavoro, ovvero rendere la Russia di Putin incapace di una nuova guerra offensiva per almeno un ventennio (dopo di che Putin dovrebbe mediamente essere cadavere o quasi).

Eppure, Putin, soprattutto nel ventre molle d'Europa, continua a incontrare se non "comprensione", addirittura ammirazione. Facciamola breve: chi "rispetta" Putin è degno di rispetto quanto un colluso con la mafia.

Collusi, codardi e coglioni rappresentano l'ambiente favorevole per il prosperare di organizzazioni criminali che arrivano al controllo di ampie zone del territorio (mafia), o addirittura di intere nazioni (fascismo, nazionalismo russo). Vediamo come queste categorie si declinano nel nostro paese.

La trasversalità di certe categorie di pensiero, e un sistema elettorale oligopolistico che andrà a premiare coalizioni inesistenti se non sotto il profilo elettorale, determineranno effetti di lunga durata nel sistema politico italiano: comunque vadano le prossime elezioni avremo troppi juke-box di Putin pronti a cantare a gettone contro gli interessi di noi europei.

Le tre deiezioni del pensiero italiota: fascisti, comunisti e integralisti cattolici (i coglioni)

Sembra incredibile, ma nel 3° millennio ancora molti esponenti dei think-tank italiani disconoscono il punto chiave del pensiero occidentale: l'individuo e la sua "ricerca della felicità" sono centrali, e organizzazioni territoriali, politiche e religiose trovano ragione di esistere solo perché funzionali ad agevolare la ricerca della auto-realizzazione.

Un modo di pensare incompatibile con i totalitarismi (fascisti, comunisti, integralisti religiosi) che vedono l'individuo funzionale alla organizzazione cui "appartiene".

Per questo motivo Putin raccoglie l'accondiscendenza trasversale dei catto-talebani di Monsignor Viganò, dei neocomunisti di Rizzo, Fratoianni, Di Stefano e Casapound, Savoini e i Duginiani nella Lega. Ovvero tutta la merda del pensiero politico italiano.

Prostituirsi per uno shottino di vodka e un cucchiaino di caviale (i collusi)

Uno dei peggiori rischi del populismo è sicuramente caricare di oneri e di onori gente catapultata dal nulla in ruoli apicali, senza un passato da difendere e con un futuro legato alla fedeltà nei propri capi.

Ne consegue che, sul mercato delle decisioni collettive, abbiamo persone comprabili con quattro soldi, se non con solamente la promessa di questi.

L'Italia ha un livello di trasparenza nel finanziamento ai partiti decisamente basso. La legge chiave è la 149/2013 (Decreto Letta, che sta per Enrico). Vennero assoggettati ad obblighi di disclosure economico-finanziaria partiti e assimilati, in particolare all'obbligo di pubblicare l'elenco dei donatori. Ma è sugli "assimilati" che casca l'asino. Dalla rete (Art.5 comma 4) escono troppe non profit con finalità propagandistiche, e viene totalmente omesso ogni controllo per forme di propaganda che non "passano" dal partito. Pensate che si dovrebbe andare in "caccia" di "iniziative o servizi a titolo gratuito" a favore di partiti o eletti del valore superiore a 5.000€ annui. Come dimostrare il sesso degli angeli.

Un esempio. Imprenditore ha bisogno di "favori" dalla politica. Assume più o meno precariamente "volontari" dei partiti che fanno campagna elettorale. Li paga come dipendenti (seppure non lavorino) fino a compenso concordato per il "favore". Nessuna traccia finanziaria sul partito, mazzetta consegnata.

Ne consegue che questa fragilità finanziaria mette sullo scaffale dell'hard discount della politica tutta una serie di personaggi e partiti. Ci sono segnali importanti...

Prostituzione internazionale: Orban, Le Pen e i populisti.

Se la disclosure italiana è una buffonata, ben più seria è la disclosure francese. I transalpini hanno attrezzato un portale che raccoglie le dichiarazioni di patrimonio e di interessi di titolari di carica e l'albo dei lobbisti.

Marine Le Pen, già finanziata con 10 milioni da una banca russa nel 2017 (mai restituiti), ha ricevuto ulteriori 10 milioni da una banca ungherese nel 2022. Follow the money. Gli atteggiamenti "morbidi" nei confronti della organizzazione criminale Russia unita di Orban, Le Pen, ma anche del compagno di merende di quest'ultima e i vari tentativi di ostacolare il processo decisionale dell'Unione hanno una facile chiave di lettura: questi "signori" sono juke-box. Metti il gettone e cantano a soggetto.

E i 5 stelle? non è mai stato chiarito il flusso di denaro che ha permesso il lancio di questa organizzazione e i risultati elettorali del 2018. Quello che è evidente è che hanno piazzato in alte cariche personaggi di torbida osservanza (Petrocelli, l'ex presidente della Commissione Esteri del Senato), e che Conte, come Salvini, stanno deliberatamente ostacolando le necessarie forniture di armi all'Ucraina. Non a caso la presidente dell'ENI, che ha un curriculum scandaloso per il ruolo, è in quota 5 stelle, e non a caso l'ENI è in questo momento una delle società che non sembra rispettare le sanzioni concordate (pagamento gas in rubli).

Top escort - la prostituzione d'élite nei media e nei think tank

Uscendo dei network strettamente politici tanti degli intellettualoidi intervistati ad hoc nei talk show, dal guitto Orsini, alla Di Cesare (per nominare i più noti) a tanti altri fenomeni da poltrona hanno mostrato una accondiscendenza se non un posizionamento ideologico incompatibile con lo "European way of life". Pur di fare i compiti (che qualcuno avrà commissionato), non hanno avuto alcuna remora a argomentare falsi storici, dimostrando quanto irrilevante sia la onestà intellettuale nei centri di ricerca italiana.

Perché? semplice. Follow the money. L'Italia è tra i paesi che spendono meno in ricerca e sviluppo. Quindi tra i paesi nei quali le fonti di guadagno di chi si occupa di cultura sono quanto meno connesse ai risultati della propria professione. Il metodo di fare carriera italiano (per concorsi baronali, e non per pubblicazioni scientifiche) favorisce da un lato una concentrazione corporativa dei fondi, dall'altro l'emergere di fonti eterogenee di finanziamento.

Conclusione? tanti lavoratori della conoscenza, anche a livello medio-alto, per permettersi un menù alternativo ad ostriche e champagne devono necessariamente passare per le marchette.

Una recente ricerca coordinata da Olga Bertelsen: "Russian Active Measures: Yesterday, Today, Tomorrow" cerca di tracciare questo sottobosco di influenze "a gettone" nel mondo occidentale.

RAI e le altre TV e giornali - le puttane del reggimento

Nata nel 1924 (allora URI) per assicurare la trasmissione dei discorsi del Duce, è da sempre stata un organo di trasmissione del governo di turno a spese del contribuente. Negli anni '70 divenne trina per poter essere meglio lottizzata tra le esigenze di maggioranza e opposizione. Malgrado però la Maginot dei pretori d'assalto dovette arrendersi alla apertura della concorrenza nei primi anni '80.

La gestione della invasione russa all'ucraina è stata scandalosa. I mezzi di informazione italiani, oltre la RAI anche la famigerata LaZ e Rete4, hanno aggirato il bando alla disinformazione russa stabilito dalla Commissione UE per mitigare la diffusione di notizie false sul conflitto in uscita da Mosca.

Il comportamento colluso con l'organizzazione criminale russa è stato attuato riportando comunicati del Cremlino e del ministro Lavrov come se fossero di pari attendibilità rispetto a informazioni occidentali. Non solo: in trasmissioni chiaramente artefatte i vari Berlinguer, Formigli, Brindisi, Santoro hanno dosato ad arte gli ospiti per creare crepe nello schieramento occidentale. La storia chiarirà se sono collusi o coglioni.

Anche la stampa ha fatto la sua parte. Travaglio, Belpietro ecc. ospitano ogni forma di falsa informazione volta a indirizzare l'opinione pubblica a sfavore dell'occidente. Lo stato di collasso finanziario dell'editoria la espone al rischio di buyout.

Conclusioni

Serve una nuova Gladio liberale per dissipare il fumo sparso per malafede o per estraneità ai nostri valori da politici, accademici e giornalisti italiani. Come annunciato nel 2018, dopo la vittoria dei populisti alle elezioni e lo scandaloso discorso inaugurale di Conte, bisogna scendere in prima linea per contrastare la cancrena populista e sovranista.

Nel breve due consigli:

1) fatevi una o più liste di twitter per avere informazioni attendibili bypassando i media italiani. Vi metto a disposizione la mia

2) iscrivetevi al canale YouTube di Liberi oltre e tagliate ogni trasmissione di "pseudo-approfondimento"