Santo Stefano - ovvero l'arte del riciclo

Santo Stefano - ovvero l'arte del riciclo

Magna e beve Visite: 596

Oggi è la giornata in cui la Zdora esalta al massimo la sua classe.

Dopo il primo set di mangiate non stop le sensazioni gustative incominciano ad annaspare, e gli avanzi incominciano ad accumularsi pericolosamente in cucina. Genio, esperienza, manualità aiutano a non concludere il tour de force natalizio con un frigo strapieno di cibo da smaltire controvoglia nei prossimi giorni. E ricordate ... senza lockdown al primo set segue un secondo tra 31 e 1.

Quest'anno ho provato una soluzione fusion: ripieno del Panaro, impasto dello Yangtse. Dressage scalogno ammorbidito in olio di sesamo, vino bianco e salsa di soia, erba cipollina e una spolverata di sesamo tostato a parte.

Per il ripieno ciò che è rimasto di un cappone arrosto. qualche pezzo di carota e di sedano al vapore per umidificare e un poco di grasso di cottura a legare.

Impasto: ho seguito i consigli del video qui sotto. Di seguito alcune mie annotazioni.

 

  1. Occhio alle mani. La fase iniziale dell'impasto si fa con acqua bollente. Se non avete la pelle d'amianto proteggetevi.
  2. Esattamente come nella cucina emiliana l'impasto non può prescindere da abbondante olio di gomito. E' pronto quando è elastico come il pongo. 
  3. Separate subito i ravioli. Se volete più aroma mettete in vaporiera qualche foglia di alloro. 
  4. Lavoratelo tutto fino a che l'impasto è tiepido. Quindi non esagerate con gli slot, fate magari più impasti.

Dosi: 150 di farina + 150 di fecola abbondante per 4. Ma il bello della cucina dei resti è che devi farti bastare quello che hai. 

The day after

A 24 ore i 7 ravioli relitti tenevano benissimo il vapore. Conservati in frigo in piatto con carta forno sotto e pellicola sopra.