Italia 2020 - Democrazia in cancrena

Italia 2020 - Democrazia in cancrena

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Con la resa di Forza Italia alla cloaca fascio-sovranista a guida Salvini, e con la contemporanea genuflessione del PD sull'altare del populcomunismo a 5 stelle si è consumato l'assassinio politico della Seconda repubblica.

Se la Prima Repubblica è stata liquidata per manifesta disonestà, la Seconda Repubblica va in soffitta per manifesta incapacità; incapacità di sfruttare lo sforzo compiuto per allinearsi al resto d'Europa con i Governi Ciampi, Dini e (primo) Prodi. Da D'Alema in poi destri e sinistri si sono distinti per dare il la ad una spesa caratterizzata da mancette elettorali, e una allergia manifesta ad ogni riforma strutturale.

Questa nascente terza repubblica, fiorita con il Rosatellum nel 2018,  sembra più una cancrena da estirpare nei tempi più rapidi possibili, prima che produca danni irreparabili, che una risorsa per gli italiani.

L'ultimo a provare qualcosa di sistematico era stato Napolitano, agli inizi del secondo mandato, con i "saggi" a dettare le riforme e con il Governo di unità nazionale costituito da tutti i partiti tranne i paraculi di turno: Lega (non più Nord), 5 Stelle e Fratelli d'Italia. Ricordiamo le parole dell'insediamento e il "cicchetto" purtroppo inutile, ad un imbelle parlamento. All'epoca si disse: siamo passati dal Governo dei professori al parlamento dei ripetenti. Riascoltiamolo, merita (dal minuto 32, prendetevi una mezz'ora per riascoltarlo). Vi renderete conto che quanto detto non è contato un cazzo.

Non che si rimpianga granché la seconda Repubblica, ma la situazione che ne risulta è di una destra che non è nemmeno buona a pulircisi il culo, ed una sinistra che non serve nemmeno a trastullarsi i genitali.

Spero ardentemente che il conversion rate in legge delle tante idiozie contenute nei programmi rimanga minimale, dalle piccole cazzate paternalistiche come la Suca-Tax, alle inaccettabili posizioni sovra-anistiche e/o collettivistiche.

I vari Salvini, Meloni, Di Maio/Di Battista e Zingaretti sono infatti al massimo buoni a fare fotocopie nell'era della comunicazione digitale. O, volendo, come il due di coppe quando si gioca a Poker.

Forse, proprio per la pochezza dei personaggi, possiamo sperare nella inefficienza di qualsiasi governo esca dalle urne funerarie prossime venture. Di cazzate però ne hanno già fatte (Quota 100, Reddito di Cittadinanza, Prescrizione infinita), quindi il livello di pericolo è elevato.

Vediamo quali sia la cancrena originaria e quali le metastasi italiane da debellare. Non sarà un risultato scontato, né probabilmente ottenibile da una sola generazione.


Penso che molti, oltre al sottoscritto, si siano chiesti come mai gli italiani danno fiducia a personaggi come i leader dei principali partiti, e come mai vi sia una così spiccata instabilità nei consensi.

Da come vanno le cose non è escludibile che domani possa arrivare al 40% lo stesso precursore ideologico dei leader attualmente in competizione: Cetto Laqualunque.

Altro dato curioso: il fideismo acritico con cui buona parte dei sostenitori di un partito difendono a spada tratta le peggio stronzate, salvo passare a sostenere il contrario (o quasi) a pochi mesi di distanza.

Partiamo dai dati. In un lustro i voti degli italiani sono talmente ruotati da cambiare 3 volte il partito pivotale per una coalizione di Governo.

 

Confrontato con l'andamento della prima Repubblica, togliendo il 1948 ed il 1992, anomali per i sommovimenti a sinistra (Fronte Popolare nel 1948 - svolta della Bolognina nel 1992), emerge ancora più evidente quanto sia umorale l'elettore italiano.

 

L'impressione è che qualsiasi fenomeno da baraccone proponga la "pozzione maggica" si pigli acriticamente consensi e (ahimè) potere. L'ignoranza è un fattore determinante della schizofrenia elettorale. Non che fossimo meno ignoranti nella prima repubblica, ma il maggior costo della comunicazione e il controllo sociale ne attenuavano parecchio gli effetti nefasti.

Partiamo dalle basi: secondo l'OCSE un 27,5% di italiani ha difficoltà a capire la Gazzetta dello Sport e/o Chi.

Irrisoria la percentuale di italiani in grado di comprendere testi complessi: 4,5%

Servono commenti? no. Semplicemente chi lavora nella formazione si dia una mossa perché se non ci si schioda da questi dati è impossibile una dinamica democratica razionale.


La politica come accattonaggio

Un porco vizio italiota, che mi ha sempre dato un fastidio cane, è l'amore per l'accattonaggio politico. Buona parte del paese preferisce genuflettersi piuttosto che sgomitare, sarà per la malsana e millenaria influenza del papato, sarà per il clima morbido, ma come disse il grande Indro Montanelli gli italiani amano essere servi.

I danni di questo atteggiamento in politica sono sostanzialmente tre: esplosione della spesa corrente (chiamiamola politica della birra e salsiccia), il proliferare di corporazioni e club privé, e l'avversione alle riforme strutturali.

La spesa è certamente l'argomento trattato nel modo più ridicolo da politici ed economisti compiacenti. Sfruttando una illusione popolare (i soldi fanno i soldi) sostengono che livelli elevati e crescenti della spesa siano essenziali per mantenere un elevato tenore di vita e una economia dinamica.

Balle: se la spesa fosse tutta resa il Meridione sarebbe la California. Quest'anno, stando agli annunci dei politici nel 1972, doveva essere l'anno del "pareggio Nord sud.

Gli spettacolari risultati della spesa clientelare, o strumenti finanziari speciali (la "Banca per il Sud", che gente come Branca del PD e i pentastars vorrebbero riproporre) vedono la propria utilità in questo grafico: reddito pro capite nelle regioni italiane.

Avranno di certo portato voti e bruciato risorse pubbliche (o meglio le nostre), ma di ricchezza non se ne vede nemmeno l'ombra.


 

Corporativismo e Immobilismo

Non a caso Bolkenstein, la riforma del sistema bancario e la normativa sugli appalti sono applicate con doloso rilento in Italia, o con aperta avversione (Salvini & friends). L'Italia è bloccata da un sistema di contrappesi tra i diversi titolari di rendite di posizione che ogni seppur insignificante apertura alla concorrenza metterebbe in crisi irrisolvibile.

Eppure, se vogliamo crescere, dobbiamo ridurre quelle che sono le attuali palle al piede d'Italia (Ordini professionali, Banche locali, Organizzazioni datoriali (Confindustria, CNA, Agricoltori, commercianti) e sindacati a quello che dovrebbero essere in un paese moderno: delle lobby di interessi trasparenti e non già delle strutture di blocco della concorrenza e della iniziativa imprenditoriale (o professionale).

Effetti di questo immobilismo?

  1. normativa sugli affitti commerciali: 1979
  2. normativa sul commercio: 1998
  3. Statuto dei lavoratori: 1970 (con parziale riforma licenziamenti)
  4. Legge quadro per l'artigianato:1985
  5. Concessioni balneari: nel 2006 prorogate di 15 anni (scadono a fine 2020)

Segnaliamo poi che il codice degli appalti, ufficialmente riformato nel 2016, bloccato da 9 correzioni in fase di coordinamento, una gran voglia di tornare agli affidamenti diretti.

Ricordiamo la gustosissima figura di merda di Salvini sulla disamina della Direttiva appalti, qui addirittura recuperata dal sito youtube della Lega (non più nord).