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Interrogazione parlamentare - E-007223/2017Interrogazione parlamentare
E-007223/2017

Contaminazione da glifosato nel grano importato dal Canada

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-007223-17
alla Commissione
Articolo 130 del regolamento
Eleonora Evi (EFDD) , Tiziana Beghin (EFDD) , Marco Valli (EFDD) , Dario Tamburrano (EFDD) , Fabio Massimo Castaldo (EFDD) , Laura Agea (EFDD) , Isabella Adinolfi (EFDD) , Piernicola Pedicini (EFDD) , Marco Zullo (EFDD)

La pasta contaminata da glifosato è al centro di un reportage trasmesso dalla RAI[1], stando al quale circa 1,15 milioni di tonnellate di grano importato in Italia provengono dal Canada, paese dove il Roundup è usualmente impiegato prima e dopo la semina e prima del raccolto.

Secondo il reportage, vi sarebbero residui di glifosato in sei tra le marche di pasta più popolari[2], con concentrazioni inferiori ai livelli massimi di residui (LMR) per il grano (10 mg/kg) previsti dalla legislazione vigente[3].

Il dato però andrebbe letto in un quadro più complesso, che consideri la presenza di glifosato in altri alimenti, anche alla luce della dose acuta di riferimento (DAR) fissata in Europa a 0,5 mg/kg di peso corporeo.

L'Italia non consente l'impiego di glifosato prima del raccolto[4].

Alla luce di quanto precede e considerato che l'EFSA ha invitato gli Stati membri a sviluppare e ad attuare i metodi analitici per il controllo del glifosato e dei suoi metaboliti[5] e che dal 21.9.2017 il CETA è applicato provvisoriamente dalle parti,

si chiede alla Commissione se è a conoscenza di analisi eseguite sul grano canadese, che abbiano rilevato LMR oltre la soglia, e come garantisce il mantenimento di regole più stringenti sui pesticidi, nell'ambito della «cooperazione regolamentare» prevista dal CETA.

Sostenitore[6]